Il superbonus 110 % da manovra miracolosa, rischia di trasformarsi in una trappola mortale per oltre 30 mila imprese (il 48% del campione analizzato).
L’argomento più chiacchierato e cliccato degli ultimi due anni torna a far parlare di sé dopo l’indagine preoccupante condotta dalla CNA.
Quali sono i problemi del Superbonus 110% ?
L’indagine rivela che oltre 6 mila pratiche per il Superbonus 110% si trovano bloccate o perché le banche non possono accettare ulteriori cessioni o perché non si fidano del sistema.
I ponteggi e le impalcature che riempiono le città rischiano così di rimanere opere incompiute, strette tra la mancanza di fiducia generale e la mancata collaborazione da parte delle banche. Ma fino a quando queste avranno esaurito la propria liquidità o la propria tax capacity, tutte le pratiche rimarranno bloccate fino a nuovo ordine.
Il problema di fondo però risiede proprio nel modo in cui il bonus è stato pensato.
Se questo fosse stato concepito come una misura strutturale e non limitata al triennio, magari abbassando la percentuale di beneficio fiscale, probabilmente si sarebbe evitato l’effetto ingolfamento sulla piattaforma di cessione del credito, con conseguente ritardo nella gestione delle singole pratiche. Si è passati infatti da appena 10 giorni per pratica a quasi 4 mesi nei casi estremi.
Volgendo uno sguardo al futuro, il nuovo anno potrebbe rendere più facili i lavori e questo perché le banche potrebbero avere nuova liquidità e quindi interesse ad acquistare i crediti, ma fino ad allora si dovrà far presto a trovare una soluzione a questa pericolosa fase di stallo.
Se il meccanismo della cessione dei crediti non riparte, il rischio paventato da Cna è più che concreto. Molte imprese infatti hanno accettato lavori usando lo sconto in fattura, senza farsi pagare direttamente dai committenti, in attesa che fosse poi lo Stato a saldare le fatture.
Tuttavia, se Poste Italiane, Cdp e altre banche non sono in grado di acquistare il credito, fornendo liquidità, tutto il sistema rischia concretamente di saltare e le soluzioni ipotizzate sembrano non piacere al Premier Draghi, il quale continua a storcere il naso nei confronti del meccanismo del bonus edilizio così concepito.
Qual è il futuro del Superbonus 110% ?
Governo e parlamento sono al lavoro per trovare una soluzione nel più breve tempo possibile e le strade percorribili sono diverse.
L’idea contenuta in alcuni emendamenti prevede la possibilità di congelare i crediti per un anno nell’attesa che venga trovato un acquirente, insieme alla possibilità di allargare la platea dei potenziali acquirenti.
Secondo la Cna, la semplice proroga di un anno permetterebbe di sbloccare circa 2,6 i miliardi di euro di crediti, oggi potenzialmente a rischio.
Le imprese potrebbero così respirare e cercare un compratore con calma, in un momento in cui le banche hanno chiuso i rubinetti.
La seconda mossa è l’apertura delle cessioni ad altri soggetti.
Al momento, solo le banche possono acquistare i crediti delle imprese edili e successivamente possono scambiarsi tra di loro i crediti, una volta giunto al terzo tentativo di cessione possono cederlo a una grande impresa loro cliente che ha bisogno di ripianare posizioni di debito nei confronti del fisco.
Le banche dal canto loro spingono affinché venga data loro la possibilità di usare i crediti acquistati per il successivo acquisto di Btp decennali, soprattutto dopo l’annuncio dell’Ue dello stop agli acquisti dei titoli di Stato.
Alla luce di tutto una cosa sembra certa, prima si trova una soluzione, prima il circolo virtuoso innescato dal 110% sarà in grado di ripartire.