Cos’è l’amianto e perché i manufatti che lo contengono sono così diffusi?

L’amianto è un minerale fibroso, largamente utilizzato fin dall’antichità (Persiani e Romani nel primo secolo dopo Cristo) per via delle sue ottime capacità termiche e meccaniche.

Si tratta di un materiale termoisolante, ignifugo, fonoassorbente, resistente agli agenti chimici, facilmente lavorabile, con un’ottima resistenza meccanica e capace di legare bene con i materiali da costruzione.

Perché l’amianto è pericoloso?

La pericolosità dell’amianto è dovuta alla sua natura fibrosa.

Se il manufatto contenente amianto riceve sollecitazioni o danneggiamenti, può rilasciare delle fibre nell’aria. Le fibre di amianto, se vengono respirate ed entrano nei polmoni, vi rimangono intrappolate e potrebbero portare nel tempo allo sviluppo di forme tumorali.

Dove si può trovare l’amianto negli edifici civili?

In Italia le leggi che hanno progressivamente introdotto il divieto di utilizzo di materiali contenenti amianto (MCA) sono state emanate a partire dagli anni ‘90. Negli edifici costruiti precedentemente a tale periodo è infatti possibile rinvenire la presenza di tale minerale.

Gli MCA maggiormente diffusi a livello civile sono:

  • Lastre ondulate per tetti
  • Canne fumarie, canali di ventilazione, condutture di scarico
  • Isolanti termici per tubazioni del riscaldamento
  • Mastici per il fissaggio dei vetri delle finestre
  • Pavimenti in vinil-amianto e carte da parati
  • Amianto applicato a spruzzo come rivestimento ignifugo o isolante termico/acustico
  • Guarnizioni di tenuta dei bruciatori delle caldaie
Cosa fare se si sospetta la presenza di manufatti in amianto nel proprio edificio?

Se si sospetta la presenza di amianto nel proprio edificio bisogna segnalarlo ad un tecnico abilitato. Questo seguirà la procedura prevista dal DM 06/09/1994, ovvero: 

  1. Ispezione delle strutture edilizie, campionamento e analisi dei materiali sospetti per l’identificazione dei MCA;
  2. Valutazione del rischio: esame delle condizioni di installazione al fine di stimare il pericolo di un rilascio di fibre;
  3. Scelta dei provvedimenti necessari per il contenimento o l’eliminazione del rischio stesso: rimozione, incapsulamento o confinamento dei MCA.